La Voce di Fiera – Pasqua 2019
Gesù Risorto entra nella nostra vita,
accogliamolo come amico,
con fiducia: Lui è la vita!
Papa Francesco
In copertina: Il Battesimo di sant’Agostino (part.) di Giuseppe Diziani, Chiesa parrocchiale di Fiera
Il Battesimo di Gesù
Gesù Cristo, giunto all’età di trent’anni, si recò al fiume Giordano, dove si trovava Giovanni Battista, si mise in fila come tutti gli altri e si fece battezzare. In realtà, Gesù non aveva bisogno del Battesimo, perché non aveva peccato, ma si presenta da Giovanni per farsi vicino al popolo penitente che cercava la salvezza dell’anima. Infatti, il battesimo di Giovanni era un battesimo di penitenza e di vita nuova, cioè di conversione.
Il Battista, al vedere Gesù, riconoscendo in Lui il Messia, cerca di impedirgli di farsi battezzare ma Gesù risponde in maniera enigmatica:
Gesù, il buon SEMINATORE
Gesù è il “seminatore” di parole, di gesti e di amore verso tutti. Addirittura sembra “sprecare”, cioè “sovrabbondare”, il suo seme su vari “terreni”, ovvero le “persone”, in modo che arrivi veramente dappertutto, quindi a tutti noi. Così come narrato da questa parabola:
Parabola del seminatore (Mc 4, 3-9)
“Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la STRADA e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i SASSI, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le SPINE; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla TERRA BUONA, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il TRENTA, ora il SESSANTA e ora il CENTO per uno”. E diceva: “Chi ha orecchi per intendere intenda!”. Continua…
Sono particolarmente contento che si possa aggiungere ancora un “titolo” alle già diverse pubblicazioni sul quartiere di Sant’Ambrogio di Fiera, realizzate nel corso degli ultimi decenni allo scopo di valorizzare il patrimonio storico, artistico e religioso della nostra comunità. Quello che diamo alle stampe oggi riguarda uno dei nostri edifici sacri più significativi, vale a dire il piccolo ma prezioso oratorio “del Paradiso” di Porto. Qualcuno potrebbe trovare strano che questo testo veda la luce solo ora, visto che l’oratorio è stato oggetto di un radicale restauro molti anni fa, alle fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Devo confessare che alla base di questa iniziativa sta una mia personale esperienza. Continua…
MIGRANTI minorenni, vulnerabili e senza voce
“[…] Le migrazioni, oggi, non sono un fenomeno limitato ad alcune aree del pianeta, ma toccano tutti i continenti e vanno sempre più assumendo le dimensioni di una drammatica questione mondiale […]”. Con queste e altre parole papa Francesco ha voluto richiamare l’attenzione sulla realtà dei migranti minorenni, specialmente quelli soli,sollecitando tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi, quando, per varie ragioni, sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari.
Nel presepio, la Famiglia di Nazareth è posta in una barca semirovesciata, simbolo dei tanti immigrati morti in mare e che hanno trasformato il Mediterraneo in un grande cimitero.
nel primo anniversario della morte
È ormai trascorso un anno dalla scomparsa del nostro caro don Giovanni! Il tempo corre veloce e ci consegna così la possibilità di poterlo ricordare nel primo anniversario della morte, avvenuta il 23 gennaio 2015. Un’uscita di scena – come si dice – fatta in punta di piedi, durante la notte e in silenzio, quasi a non voler disturbare, com’era nel suo stile.
Mi porto nel cuore il ricordo di una visita che qualche giorno prima gli avevo fatto alla Casa del Clero. Nell’accogliermi mi aveva rivolto queste parole in dialetto e sottovoce: “Hai così tanto tempo da perdere, don Angelo, da venire a trovare un vecchio, inutile prete?” Non ricordo la mia “replica” a questo inusuale modo di essere salutato, ma so che quella domanda mi colpì particolarmente perché mi confermava quel suo modo di essere semplice e diretto che le tante persone da lui incontrate hanno sempre apprezzato. Com’era sua consuetudine, con un cenno della mano mi indicò una sedia per poter così proseguire insieme il dialogo che inevitabilmente finì per soffermarsi sulla vita della “sua” sempre cara comunità di Fiera. Continua…
FAMIGLIA, luce del mondo
“Ogni famiglia è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo“. Con queste parole papa Francesco ha esortato a pregare durante la veglia di preghiera in vista del Sinodo delle Famiglie.
Nel presepio, la Famiglia è al centro di tutta la scena perché tutto inizia, passa e culmina nella famiglia di Gesù di Nazareth.
Inoltre, sono rappresentate tre strade grigie, a simboleggiare le nostre diverse strade che tutti noi stiamo percorrendo, le nostre diverse situazioni in cui ci troviamo a vivere, le nostre diverse ideologie. Non sono candide, non sono dritte, non sono precise ma quando passano attraverso Gesù diventano una sola via, bianca, dritta e sicura perché siamo guidati da Colui che ci unisce, che ci guida e che ci rende tutti fratelli, indistintamente da quale strada siamo arrivati.
Non spegnete la SPERANZA!
In questo presepio abbiamo desiderato rappresentare due scene ben distinte: a sinistra, alcune situazioni di povertà, di abbandono, di degrado, di disagio, di emarginazione, di solitudine, di discriminazione razziale e di prepotenza; a destra, la nascita di Gesù, che è segno di speranza e di gioia.
Al centro della scena di sinistra c’è una fontana che è collegata, da una stradina, a Gesù. L’acqua è fonte di vita. Chi attinge acqua da questa sorgente può, sicuramente, vedere la speranza. Chi si affida a Gesù può uscire da situazioni di emarginazione e degrado. In effetti, le due figure al centro vorrebbero rappresentare proprio questo passaggio: la conversione da una parte e l’accoglienza dall’altra.
“Compra dei giacinti per nutrire la tua anima”
Nell’osservare gli affreschi di Sebastiano Santi che ci sono stati restituiti nella loro originaria bellezza, mi è tornato alla memoria questo “invito”, preso a prestito dalla tradizione indù, che dice: “Se hai due pezzi di pane, danne uno ai poveri. Vendi l’altro e compera dei giacinti per nutrire la tua anima”.
In un contesto di forte crisi economica, come quella che da diverso tempo stiamo vivendo, viene spontaneo chiedersi: “Ma quale motivo ci ha portati a voler valorizzare il nostro patrimonio artistico, restaurando questi affreschi che appartengono alla tradizione religiosa della nostra comunità e presenti nella nostra bella chiesa parrocchiale? Era proprio necessario? Non si potevano impegnare tali risorse per aiutare chi si trova in difficoltà?”. Continua…
Dopo essermi assicurato che la conferenza di don Tonino Bello, tenutasi a Treviso il 13 Novembre del 1990, non fosse stata in seguito pubblicata, ho ritenuto utile, seppur a distanza di tanto tempo, che quanto offertoci in quella lontana sera potesse e dovesse diventare patrimonio di tanti.
L’esserci stato, in quella circostanza, mi permise di poter registrare le parole pronunciate dal Vescovo don Tonino e di poterle così risentire anche in seguito. Questa registrazione l’ho sempre conservata come una preziosa “reliquia” e, come succede per un buon vino, mi sono accorto che più passava il tempo ancor più percepivo, di volta in volta, il valore e l’attualità di quanto andavo a riascoltare. Per dirla in breve, chi avrà modo di leggere queste parole, ritroverà in modo nitido tutto lo “spirito” che ha animato la vita di questo autentico pastore. Continua…