100 anni di storia… e più

Cento anni di storia

 

  1. Le origini

         La Scuola Materna parrocchiale di Fiera ha una lunga storia da raccontare. La sua origine va ricercata nel lontano 1913, quando il parroco di allora, don Luigi Favaretto, aprì un asilo per gli «orfani e figli del popolo». Esso trovò sede in un palazzo affacciato sul Prato della Fiera, un edificio ottocentesco reso caratteristico dalla magnifica girandola a forma di veliero posta sul suo alto camino. La Parrocchia l’ottenne in uso dal sig. Ernesto Pellegrini che l’anno prima l’aveva acquistato dagli eredi di un noto possidente di Fiera, il sig. Marco Torzo, lo stesso che nel 1895 aveva fatto realizzare l’originale e vivace banderuola.

         L’asilo fu istituito in un periodo di grande sviluppo per la nostra località, destinata a diventare, se già non lo era, il più importante centro industriale e commerciale di Treviso. A Fiera il lavoro non doveva mancare, eppure molta era la gente povera; inoltre c’erano problemi sociali, morali e culturali, dovuti al rapido processo di industrializzazione e ad un costante incremento demografico. La gioventù era numerosa e aveva bisogno di guide sicure per evitare pericolosi sbandamenti. Era dunque molto sentita l’esigenza di un luogo di accoglienza e di formazione, aperto non solo ai piccoli ma anche ai giovani. Ed è significativo che questo luogo sia sorto proprio sul Prato, considerato da sempre il cuore di Fiera.

         Oggi si parla molto spesso del Prato, di questo ambiente singolare, intimamente legato alla millenaria Fiera di S. Luca e al porto sul Sile. Purtroppo se ne parla soprattutto a motivo dello stato di degrado e di parziale abbandono in cui si trova ormai da tempo. Ma in passato esso era certamente un dignitoso e ridente luogo di vita per moltissime famiglie.

Il prato della Fiera. A sinistra l’Asilo, sul cui tetto svetta l’alto camino munito di girandola. A destra la chiesa.

 

  1. Negli anni della prima guerra mondiale

         L’asilo, retto da suore, divenne ben presto l’anima di questo ambiente, un insostituibile centro di educazione e di assistenza materiale e spirituale. La sua benefica azione, che si estendeva all’intera Parrocchia, ebbe particolare risalto nei tristi anni della prima guerra mondiale e in quelli immediatamente successivi: anni di dolore e di miseria. Le suore, allora, non esitavano ad usare la sua cucina per offrire pasti caldi anche alle famiglie più bisognose di Fiera. Ma neppure loro dovevano star molto bene, se una consorella, che prestava servizio di infermiera all’ospedale di S. Leonardo, si recava personalmente all’asilo a portar loro del cibo. Quella consorella era suor Maria Bertilla Boscardin.

         Passarono quei tempi oscuri e tragici, non senza aver lasciato profonde ferite. Pian piano, comunque, la vita tornò normale e l’asilo riprese in pieno la sua attività didattica, oltre che assistenziale.

 

  1. Un prezioso documento

         Nel nostro Archivio parrocchiale si conserva una Relazione generale, scritta nel marzo del 1924 da don Luigi Favaretto per poter concorrere ad una “gara” finalizzata alla concessione di contributi da parte dello Stato. Essa ci offre utilissime notizie sull’asilo e sulle sue attività collaterali:

Fino dal 1913, prima di ogni altra istituzione del genere nel Comune di Treviso, fu eretto in S. Ambrogio di Fiera, popoloso e industre Suburbio di Treviso, un asilo per togliere dalla corruzione della strada tanti poveri figli del popolo.
Il fabbricato possiede ampi e arieggiati locali corrispondenti alle esigenze igieniche.
La istituzione comprende diversi rami di educazione.
L’asilo propriamente detto, che conta centinaia di bambini dai tre ai sei anni, convenientemente istruiti ed educati, con metodi opportuni all’età e alle prescrizioni didattiche, in preparazione alla vita e alla scuola.
Il Doposcuola al quale intervengono quasi tutti gli alunni delle elementari […].
La Scuola del lavoro di cucito con molte fanciulle […].
Il Laboratorio di giovani adulte, ove si svolge un lavoro di confezioni varie per diverse Ditte e privati […].
Il Patronato e Ricreatorio con funzione in tutte le vacanze scolastiche, specie in quelle autunnali, dove i fanciulli vengono guidati nello studio, in opportune ricreazioni, in frequenti passeggiate, gite, in lavori e trattenimenti educativi.
Il Teatrino […] che, mediante frequenti recite morali e patriottiche, educa, dilettando, le menti e gli animi dei fanciulli e dei loro cari […]. In tempi migliori, con l’aiuto del Patronato Scolastico, si poté anche somministrare una refezione giornaliera ai più poveri.
Detto istituto fu fondato dall’umile Sacerdote sottoscritto e fino ad oggi si mantenne, con ognor crescente sviluppo, mediante la sola pubblica carità.
È retto da sette Suore delle Dorotee Maestre di Vicenza, che con intelletto di amore esercitano la loro nobile ed alta missione a pro di questi piccoli.
Si accolgono gratuitamente gli orfani, specialmente di guerra.
Anche questa istituzione povera, forse ignorata e pur tanto benefica, si presenta alla gara fra le istituzioni sussidiarie alla scuola, se non altro, per averne un conforto morale di riconoscimento dell’immenso bene che opera, nel difficile campo in cui si svolge.

         Si rimane stupiti e ammirati nel venire a sapere che attorno all’asilo infantile ruotavano tante attività, in tempi non certo migliori dei nostri, almeno sul piano finanziario.

         Già allora, come ci riferisce il documento, operavano le suore Dorotee di Vicenza. Erano arrivate a Fiera il 4 ottobre 1919, per iniziare nella nostra Comunità un cammino che sarebbe durato ben 87 anni. E Dio solo sa quanto bene hanno compiuto in tutto questo tempo! Le Dorotee sostituirono altre suore, appartenenti all’ordine delle Sacramentine, che avevano guidato l’asilo nei primi cinque anni della sua storia.

 

  1. Un pericolo sventato

         Il 1925 fu un anno particolarmente delicato per l’asilo. C’era infatti il pericolo che il fabbricato che l’ospitava (allora di proprietà del sig. Gino Angelo Toso) fosse venduto e passasse quindi ad altre mani. Fortunatamente, superando non poche difficoltà e con l’aiuto dei parrocchiani, don Luigi Favaretto riuscì ad acquistarlo. Con comprensibile soddisfazione e legittimo orgoglio egli fece allora collocare nell’ingresso dell’edificio la lapide commemorativa qui sotto riprodotta.

La lapide commemorativa.

         Non si può dimenticare che nel 1938, presso l’asilo, sorse la sala-oratorio “Don Bosco”, che per molti anni fu un frequentato centro di attività ricreative, sportive e di teatro. Quella sala fu costruita dai parrocchiani di Fiera con le offerte raccolte di casa in casa e con i mattoni provenienti dalla demolizione di un vecchio edificio di Treviso. Loro stessi andarono a prenderli in città con carri trainati da buoi. C’è ancora chi ricorda bene queste cose e parla volentieri di quei tempi di sacrificio, ma anche di entusiasmo giovanile.

Il vecchio edificio dell’Asilo di Fiera.

 

  1. Durante la Repubblica di Salò

         Pochi anni più tardi tornò l’amarissima esperienza della guerra. Tra l’aprile del 1944 e il marzo del 1945 anche Fiera, come la città, subì varie incursioni aeree che provocarono gravi distruzioni.

         Pure allora l’asilo rimase un preciso punto di riferimento soprattutto per gli abitanti del Prato. Le suore e i sacerdoti, che non lasciarono la Parrocchia nemmeno nei momenti più drammatici, testimoniarono concretamente la loro solidarietà con la popolazione. Durante l’effimera «Repubblica di Salò» essi permettevano che nell’asilo si nascondessero i giovani di leva ricercati dalla polizia fascista.

 

  1. La nuova sede

         All’inizio degli anni Sessanta la Parrocchia volle offrire ai bambini dell’asilo una sede più comoda e confortevole e allo stesso tempo più rispondente ai moderni orientamenti didattico-educativi. In quell’epoca era parroco don Giovanni Michelan.

         I lavori per la costruzione del nuovo edificio iniziarono nel 1964 e nell’ottobre del 1966 il folto gruppo dei piccoli alunni poté trasferirsi nei nuovi e accoglienti locali. Fu in quell’occasione che l’asilo infantile di Fiera assunse la denominazione di «Scuola Materna “S. Maria Bertilla”». La scelta del nome non poteva essere migliore.

         Il nuovo fabbricato era però troppo grande per le effettive esigenze dell’asilo, e numerosi erano i problemi finanziari che la sua costruzione aveva creato. Per entrambi questi motivi la Parrocchia ritenne conveniente affittare una parte dell’edificio prima alla scuola per geometri «A. Palladio» e successivamente ad un istituto professionale.

         Si deve riconoscere che la presenza di tanti studenti ha contribuito per diversi anni a rendere più animato il centro storico di Fiera.

         Da oltre tre decenni la scuola materna parrocchiale non è più il solo istituto di formazione preelementare di Fiera, né i suoi alunni sono così numerosi come un tempo, anche a causa della sensibile diminuzione della natalità. Ma le nostre suore-maestre fino a quando sono rimaste al servizio della comunità di Fiera hanno continuato a svolgere il loro compito con lo stesso amore, lo stesso spirito di servizio e lo stesso impegno professionale che hanno caratterizzato da sempre la loro azione educativa in mezzo a noi.

La Scuola Materna “S. Maria Bertilla” vista dal cortile interno.

 

  1. Il passaggio delle consegne

         Nel 1973 entra a far parte dell’organico della scuola materna la prima educatrice laica. Da allora le maestre laiche affiancheranno prima e poi gradualmente sostituiranno le insegnanti suore.

         Il 18 settembre 1998 la comunità delle suore dorotee lascia la parrocchia di Fiera: la scarsità di vocazioni costringe la congregazione religiosa a ridurre la propria presenza nella Diocesi. A Fiera, però, rimangono, due suore che vengono aggregate alla Comunità delle Dorotee, ospitata in Villa Carisi, in servizio presso l’ospedale Ca’ Foncello: alla prima, Suor Emanuela Canton, verrà assegnato il ruolo di Direttrice della Scuola Materna, in precedenza svolto dalla Superiora della comunità; alla seconda, suor Anna Maria Bordignon ancor oggi attiva in Parrocchia, verrà confermato l’incarico di occuparsi della pastorale sanitaria domiciliare e dell’animazione liturgica.

         Una data importante di riferimento, nella storia recente della Comunità parrocchiale di Fiera, è il 17 febbraio 2001, giorno della firma del Decreto Ministeriale con cui alla Scuola dell’Infanzia “Santa Maria Bertilla” viene riconosciuto lo status di Scuola Paritaria.

         Dal 2006 anche il ruolo di “direttrice” viene abbandonato dalle Dorotee: a loro subentrerà una direttrice laica, Camilla Antonello, che lascerà l’incarico, per raggiunti limiti di età, nel 2017.

         Dal 2017 il ruolo viene assunto da una delle maestre già in organico: Marianna Rizzetto.

La “Casetta dei sette nani” nel cortile interno della Scuola (demolita nel 2007).

 

  1. Il Nido integrato

         Nel frattempo, su richiesta di molte famiglie di Fiera e per volontà del parroco di allora don Giovanni Foschini, nel 1999 alla Scuola Materna era stato annesso un Asilo-Nido, con lo scopo di prendersi cura e di educare i bambini dai 12 ai 36 mesi.

         Nel 2009 anche al Nido integrato verrà riconosciuta la parificazione, in conformità alla Legge Regionale 32/90 con la DGR 84/07, con delibera della Regione Veneto n. 426 dell’11 maggio.

 

  1. A servizio della Scuola dell’Infanzia e del Nido integrato

         Attualmente il corpo docente complessivo della Scuola ammonta a sette maestre, quattro utilizzate nella Materna, e tre nel Nido, tutte coordinate da una direttrice laica.

         Alle insegnanti va aggiunto il personale ausiliario, indispensabile per il buon funzionamento della struttura: dalle cuoche che preparano il pranzo alle donne della pulizia, dai maestri esterni di laboratorio ai docenti specifici di musica e lingua.

         Non bisogna dimenticare, inoltre, l’indispensabile contributo che numerosi volontari offrono in vario modo e in varie occasioni per la realizzazione di molte attività integrative e ricreative.

         Negli ultimi anni va sottolineato un coinvolgimento crescente dei genitori che, sia negli organi collegiali sia nella concretezza del quotidiano, sono diventati protagonisti attenti e attivi della vita di questa struttura educativa.

 

  1. Una storia che continua

         Certo i bambini non sono più 300 come nel 1913. E tuttavia la Scuola dell’Infanzia, integrata dall’Asilo-Nido, offre ancora oggi un servizio indispensabile e insostituibile. Proprio per questo la Comunità parrocchiale di Fiera intende sostenerla con tutte le sue energie, non solo perché essa è figlia ed erede di una storia preziosa, ma anche perché fornisce l’humus ideale per la crescita umana e cristiana dei suoi figli, a cui continua – come un tempo – a consegnare i valori fondanti e irrinunciabili della sua stessa essenza.

 

 

Alla guida della Scuola Materna

Sono moltissime le persone (suore, sacerdoti e laici) che, con tanto impegno, in questi cento anni hanno dedicato parte della loro vita al buon funzionamento della Scuola Materna e delle numerose attività ad essa collegate. Se, però, siamo riusciti a recuperare i nomi di quasi tutte le suore – sacramentine e dorotee –, che a vario titolo e nei vari ambiti hanno offerto il loro prezioso contributo, molto più difficile è stata la ricostruzione del quadro dei collaboratori laici. Per non correre il rischio di dimenticare qualcuno, abbiamo deciso di inserire nel presente lavoro solo l’elenco delle direttrici della Scuola, responsabili didattiche, e dei parroci, responsabili giuridici. A tutti i collaboratori – citati e non citati, passati e presenti – il più vivo e riconoscente grazie da parte dell’intera Comunità.

 

LE DIRETTRICI

Superiore della Comunità di Fiera:

Suore Sacramentine

Suor Chiarina Griffini                    1913 – 1914
Suor Adeodata Correggi               1914 – 1915
Suor Annetta Stella                        1915 – 1917
Suor Scolastica Cassera                 1917

Suore Dorotee

Suor Eloisa Dalla Pozza                1919 – 1925
Suor Rita Codello                           1925 – 1929
Suor Giuseppina Canale               1929 – 1932
Suor Petronilla Dall’Armi             1932 – 1939
Suor Pulcheria Menegon               1939 – 1945
Suor Giuseppina Canale               1945 – 1948
Suor Costantina Sella                    1948 – 1955
Suor Antonia Fortuna                   1955 – 1963
Suor Anisia Sandri                         1963 – 1970
Suor Alma Pia Carpin                   1970 – 1971
Suor Matilde Andolfatto              1971 – 1977
Suor Annunziatina Ventinelli      1977 – 1978
Suor Rosa Candida Cazzolaro     1978 – 1984
Suor Florangela Visentin              1984 – 1985
Suor Carla Perin                             1985 – 1991
Suor Lina Agostini                         1991 – 1997
Suor Guglielmina Bedin               1997 – 1998

Direttrici dopo il ritiro della Comunità religiosa da Fiera

Suor Emanuela Canton                 1998 – 2004
Suor Miriam Scortegagna             2004 – 2006

Direttrici laiche:

Camilla Antonello                         2006 – 2017
Marianna Rizzetto                  dal 2017

 

I PARROCI

Don Luigi Favaretto                      1911 – 1934
Don Giovanni Michelan               1934 – 1967
Don Giovanni Foschini                 1967 – 2004
Don Ferruccio Lucio Bonomo     2004 – 2011
Don Angelo Visentin             dal 2011

 

Testo tratto da La Scuola dell’Infanzia “Santa Maria Bertilla” nel centenario della fondazione 1913-2013, Treviso 2013

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